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Google Take Action: petizione contro le Nazioni Unite

Condividi:         webmaster 21 Novembre 12 @ 23:00 pm

Google Take Action: petizione contro le Nazioni Unite

Google ci sta informando, tramite Take Action, che una conferenza delle Nazioni Unite pone seri rischi a "una rete libera e aperta." Rappresentanti dei governi di tutto il mondo si riuniranno a Dicembre per accordarsi su un nuovo trattato sull'informazione e sulle telecomunicazioni. L'obiettivo di alcune nazioni è di prendere il controllo di Internet che è adesso interamente in mano agli Stati Uniti. Le Nazioni Unite però rassicurano che chiederà il consenso di tutti prima di prendere una decisione.

Google sta chiedendo agli utenti di Internet di firmare una petizione online per dare forza alla sua voce.

"Per un mondo libero e aperto è necessaria una Rete libera e aperta," scrive Google. "Ma non tutti i governi sostengono la rete Internet libera e aperta. Alcuni di questi governi cercheranno di sfruttare un incontro a porte chiuse che avrà luogo a dicembre per regolamentare Internet. Le proposte di modifica del trattato potrebbero autorizzare la censura e minacciare l'innovazione. L'ITU non è il posto giusto per decidere del futuro della Rete: la regolamentazione di Internet dovrebbe essere aperta e partecipativa, proprio come Internet."

"C'è un crescente giro di vite nei confronti della libertà di Internet. Quarantadue Paesi filtrano e censurano i contenuti. Solo negli ultimi due anni sono state promulgate da alcuni governi 19 nuove leggi che minacciano la libertà di espressione online," continua Google. "Alcune proposte potrebbero permettere ai governi di censurare la legittima libertà di espressione, o persino consentire loro di interrompere l'accesso a Internet. Altre proposte potrebbero imporre a servizi come YouTube, Facebook e Skype il pagamento di nuovi tributi per poter raggiungere utenti di altri Paesi. Questo potrebbe limitare l'accesso alle informazioni, in particolare nei mercati emergenti."

Due le proposte che sembrano più spaventare Google. Da una parte alcune nazioni come Russia, Cina e India, vorrebbero avere più controllo sui server DNS che sono gli effettivi pilastri che supportano Internet. Mentre al momento dipendono dalla Camera di Commercio degli Stati Uniti, questi sono effettivamente gestiti da un'organizzazione no profit che è ben separata dal governo statunitense.

Dall'altra parte torna lo spauracchio del traffico a pagamento, dove i siti che vogliono raggiungere i propri utenti velocemente devono pagare una quota alle compagnie di telecomunicazioni. Nonostante Google abbia sempre sostenuto che avrebbe i soldi per questa spesa, è convinta che molti siti più piccoli non l'avrebbero e questo limiterebbe molto l'innovazione di Internet. Insomma, la fine della Net Neutrality che anche l'UE sta cercando di preservare.



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