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Con Kendo l’accessibilità dei siti web è finalmente a portata di click

Condividi:         ale 3 22 Giugno 08 @ 08:00 am

Le barriere informatiche che caratterizzano, ancora, la maggior parte dei siti della PA sono destinate a diventare un ricordo.

Grazie a Kendo, il nuovo web site shaker system realizzato da Eustema, la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale ha finalmente a disposizione uno strumento totalmente automatico per:
- verificare la conformità del proprio sito web o Portale alle regole sull’accessibilità e usabilità previste dalla Legge 9 gennaio 2004, n. 4 (Legge Stanca) e dagli standard web W3C – WAI;
- catturare, interpretare, categorizzare, ordinare, archiviare contenuti, metadati, file multimediali e documenti di office automation dei siti web per realizzare in automatico una versione accessibile. Il tutto in meno di 24 ore.

“Da una recente indagine condotta dal CNIPA è emerso che soltanto il 3% del campione analizzato (oltre 1400 siti della PA) soddisfa i requisiti di accessibilità previsti dalla Legge Stanca – spiega Tullio Nascimben, responsabile del servizio sviluppo progetti web di Eustema -. Credo che molti progetti siano rimasti al palo perché fino ad oggi il costo di trasferimento dei vecchi contenuti in un ambiente nuovo e accessibile, realizzato mediante processi sostanzialmente manuali, era troppo alto. Crediamo di aver contribuito a risolvere il problema con Kendo. L’analisi e la migrazione alla pari di un sito in una versione accessibile adesso possono avvenire in forma completamente automatica, in poche ore e con un abbattimento dei costi davvero impressionante”.

La nuova piattaforma Eustema è caratterizzata da un’architettura distribuita e basata su diversi moduli specializzati che consentono di risolvere i problemi legati alla produzione di contenuti testuali e multimediali sul web.

Il modulo di analisi – Kendo Analyzing esamina profondamente la struttura e ogni tipo di risorsa presente in un sito web fornendo dettagliati report di tipo statistico, quantitativo e suggerendo le azioni correttive da compiere per adeguarsi ai requisiti di accessibilità previsti dalla Legge Stanca.

Kendo Editing, invece, modella ed edita le risorse presenti sul sito web attraverso regole automatiche suggerite dal sistema o mediante uno User Generated Content. In quest’ultimo caso un operatore può modificare e “arricchire” direttamente i contenuti, agendo esclusivamente nei punti in cui si verificano particolari anomalie rispetto gli standard W3C – WAI e alla Legge Stanca.
Kendo Delivery & Publishing provvede infine all’esportazione e ripubblicazione dei contenuti: il workflow designer permette di configurare diversi output device e quindi scegliere se ripubblicare (semplicemente o applicando un nuovo template grafico appositamente predisposto), l’intero sito in formato XHTML 1.0 Strict e accessibile, esportare i contenuti verso un CMS, proprietario o open source, oppure esportare in formato XML.

È possibile, mediante un controllo a campione, verificare il livello di accessibilità del proprio sito collegandosi a Kendo.eustema.it.



3 commenti a "Con Kendo l’accessibilità dei siti web è finalmente a portata di click":
Bucaniere Bucaniere il 22 Giugno 08 @ 08:37 am

Gli italiani stanno perdendo il senno e l'uso della loro lingua...
A parte che alcune cose del risultato che restituisce Kendo sono condivisibili (il mio è validato interamente dal w3c ma Kendo mi boccia 6 voci su 22), io mi chiedo perché non si sappia parlare la lingua italiana in modo "umano".
Ditemi se capite il senso di questo:

"Fornire una alternativa testuale equivalente per ogni oggetto non di testo presente in una pagina e garantire che quando il contenuto non testuale di un oggetto cambia dinamicamente vengano aggiornati anche i relativi contenuti equivalenti predisposti; l%u2019alternativa testuale equivalente di un oggetto non testuale deve essere commisurata alla funzione esercitata dall%u2019oggetto originale nello specifico contesto."

Nella spiegazione in dettaglio dell'errore, in inglese, diventa questo:
" missing 'alt' text."

O ancora questo, ancora più incredibile:
"Garantire che i gestori di eventi che attivano script, applet oppure altri oggetti di programmazione o che possiedono una propria specifica interfaccia, siano indipendenti da uno specifico dispositivo di input."

che in inglese diventa un ben più chiaro:
"ript> not keyboard accessible (onclick)."

Ma perché quando un italiano deve fare qualcosa di "ufficiale" si cala sempre nella parte del politichese, comincia a parlare come se avesse il mal di pancia, fa di tutto per non essere compreso o far venire il mal di testa a chi cerca di capire?
Perché se a scuola avessimo scritto così ci avrebbero massacrato e invece abbiamo chi fa le leggi per noi che scrive proprio come NON ci è stato insegnato?
Perché il testo italiano deve diventare chiaro SOLO DOPO aver letto quello in inglese?
Eh? Perché? Eh? Eh?

Bucaniere Bucaniere il 22 Giugno 08 @ 08:48 am

Scusate, vi riporto anche questo, sto ancora ridendo:
"Realizzare pagine e oggetti in esse contenuti con tecnologie definite da grammatiche formali pubblicate, utilizzando le versioni più recenti disponibili quando sono supportate dai programmi utente. Utilizzare elementi ed attributi in modo conforme alle specifiche, rispettandone l'aspetto semantico."

Francamente non ho ben capito ancora cosa voglia dire, in parte mi pare parli della sostituzione dei caratteri speciali con quelli appositi per html (à = à per intenderci), per il resto non so, mi dà degli errori che non esistono... boh...

Nando Nando il 09 Settembre 10 @ 13:36 pm

Eheheheh beh si è capito che sto Kendo fa cagare così come la società che l'ha prodotto

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