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Speciale/ ADSL italiana, cambia tutto

Condividi:         dany 07 Dicembre 05 @ 18:00 pm

4. Più libertà a Telecom, meno risorse ad Agcom

Altro motivo di protesta: dal momento in cui questo provvedimento diventerà legge (prima ancora quindi che arrivi la nuova offerta all'ingrosso) l'Agcom rinuncia al potere di controllo preventivo sulle offerte ADSL al dettaglio di Telecom. È il cosiddetto obbligo di "comunicazione ex ante", secondo cui Telecom sarebbe costretta a comunicare all'Agcom, con preavviso (30 giorni), le offerte Alice che intende lanciare. Resta quest'obbligo di preavviso solo per le variazioni che Telecom vorrà apportare al listino all'ingrosso ed è di 60 giorni.

L'Agcom non potrà quindi bloccare o modificare eventuali offerte Alice anticoncorrenziali prima che escano al pubblico. Potrà farlo in un secondo momento, tramite l'attività di Vigilanza e Controllo, se si accorgerà che una nuova offerta Alice è venduta a costi inferiori rispetto a quelli chiesti da Telecom ai concorrenti. I provider temono però che questo intervento sarà tardivo e nel frattempo eventuali offerte ADSL anticoncorrenziali di Telecom faranno piazza pulita di utenti.

Il successo o la disgrazia di questa novità dipenderanno insomma dall'efficienza della Vigilanza e Controllo di Agcom, la quale in alcuni casi si è rivelata tempestiva (a settembre ha bloccato in quattro giorni una Alice ADSL 4 Megabit anticoncorrenziale, che Telecom voleva vendere a 19,95 euro al mese); in altri è stata debole o tardiva, come dimostra l'ondata di denunce depositate in questi ultimi tre mesi dagli operatori, contro Telecom, alla Corte di Appello di Milano per questioni legate alla concorrenza, che sarebbe stato compito di Agcom dirimere.

Ci sono insomma prove recenti sia del fatto che Telecom ha provato a lanciare offerte anticoncorrenziali sia che l'Agcom spesso è stata lenta a reagire. Entrambi gli elementi potrebbero creare un cocktail micidiale qualora l'Agcom rinunciasse a controllare le offerte in anticipo. Il problema è che la lentezza di Agcom ha una causa oggettiva, strutturale: per volontà del Governo, soffre di scarsità di risorse, umane e finanziare.

L'ha già denunciato lo stesso presidente di Agcom, Corrado Calabrò, che per arginare il problema ha deciso quindi, a dicembre, una riorganizzazione interna delle divisioni. Scatterà dal 1 febbraio 2006 e porterà maggiore accento appunto sulle funzioni di Vigilanza e Controllo. La cui importanza diventa fondamentale alla luce del nuovo quadro regolamentare. L'Agcom infatti ha eliminato la regola dell'obbligo di comunicazione ex ante nel mercato ADSL al dettaglio perché lo prevedevano le vecchie regole, che adesso però decadono nel momento in cui si recepisce il nuovo codice delle comunicazioni europeo. Il punto è che il codice non indica in modo esplicito tra i 18 mercati TLC da regolamentare quello ADSL retail (offerte al pubblico). È indicato invece il mercato ADSL all'ingrosso ed ecco quindi che Agcom vi ha individuato Telecom come soggetto dominante, da regolamentare. Nei fatti Telecom domina anche il mercato retail, con una quota di oltre il 70 per cento (in Europa, solo Deutsche Telekom ne ha una maggiore nel proprio Paese); il che però non basta, stando alle nuove norme, a fare valere anche qui una regolamentazione rigida di vecchio stampo (che includa l'obbligo di comunicazione ex ante).

A tal scopo, Agcom dovrebbe fare un passo ulteriore: dire alla Commissione Europea che intende aggiungere il mercato ADSL retail a quei 18 da regolamentare. Quindi analizzarlo e definire Telecom come dominante. È sua facoltà individuare mercati ulteriori, ma può farlo solo in determinate circostanze, come stabilisce il nuovo codice europeo. Cioè solo se l'Autorità Garante delle Telecomunicazioni riconosce in quel mercato la presenza di tre elementi critici (tutti e tre insieme): forti barriere all'ingresso, scarsa dinamicità, insufficienza dei normali strumenti disponibili per la regolamentazione (ovvero, nel caso specifico, se le regole poste nel mercato all'ingrosso si mostrano insufficienti a tutelare, indirettamente, la concorrenza nel mercato ADSL retail). Secondo AIIP, il mercato ADSL retail italiano soffre di tutti e tre questi problemi; ma non deve essere AIIP a stabilirlo, ufficialmente, bensì Agcom (stando alle norme europee). E Agcom, ad oggi, ha deciso di non seguire questa strada. Di fatto, in Europa, finora nessuna Autorità Garante ha aggiunto il mercato ADSL retail a quelli da analizzare.

Tuttavia è indubbio che la situazione italiana sia particolare, attanagliata com'è da un paradosso: diventa cruciale l'attività di Vigilanza e Controllo, per le sorti della concorrenza, proprio in una fase in cui l'Autorità soffre un problema oggettivo di scarsità di risorse. Tale da rendere difficile il controllo tempestivo a posteriori delle offerte di Telecom.

Indice
1. Cambiamenti tra le polemiche
2. Le maggiori novità: Bitstream
3. Le novità: Offerte orientate al costo
4. Più libertà a Telecom, meno risorse ad Agcom
5. Canone aggiuntivo ADSL/ Cambiare operatore

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