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La storia del posizionamento nei motori di ricerca

Condividi:         steve65 02 Luglio 07 @ 05:00 am

La storia del posizionamento nei motori di ricerca

Una delle principali preoccupazioni di ogni operatore di marketing è il posizionamento del proprio sito nel ranking dei motori di ricerca. Se una pagina del sito si trova fra i primi dieci risultati di un motore di ricerca molti utenti la visiteranno mentre se la pagina si trova in posizioni di retrovia, probabilmente non farà guadagnare alcun accesso al sito. Come ogni seo marketer sa bene conquistare la vetta nelle posizioni dei motori di ricerca non è un'impresa che si può compiere velocemente e con facilità.

Ai vecchi tempi, quando esplose il mercato del web, inizialmente il posizionamento su Google ... i altri motori di ricerca si basava sull'utilizzo dei tags “keywords” e “description” ma con la registrazione di massa dei siti web il punto focale del posizionamento divenne il conteggio delle parole all'interno della pagina, tecnica meglio nota come “keyword density”. I seo marketers ingaggiarono così una continua battaglia per riuscire a trovare la perfetta alchimia: la pagina web perfetta con la giusta ripetizione (e ubicazione nella pagina) delle parole chiave. Ma ci fu, come al solito, chi tese ad esagerare e si generò così una nuova fattispecie di spamming: il “keyword stuffing”, tecnica con la quale si realizzavano testi praticamente senza alcun senso logico pieni di ripetizioni della parola chiave accompagnate dalla presenza di una serie infinita di termini correlati tematicamente e semanticamente. I motori di ricerca corsero presto ai ripari e perfezionarono i propri algoritmi per riuscire a scovare centinaia di diversi possibili schemi e metodi di keyword stuffing.

Per superare il problema in modo definitivo i motori di ricerca introdussero un nuovo concetto: la “link popularity”. Più links un sito riceveva, maggiore era la sua diffusione e conoscenza fra il pubblico e quindi maggiore doveva anche essere l'importanza con cui questo veniva considerato da parte dei motori di ricerca. Un sito con molti links dunque veniva così premiato con un miglior posizionamento nei motori di ricerca.

La risposta dei seo marketers in conseguenza dell'introduzione di questo nuovo parametro non si fece attendere e furono create ben presto le prime “link farms” (fabbriche di link) che si diffusero a macchia d'olio su tutto il web. I motori di ricerca si ritrovarono così a dover indicizzare pagine nel web contenenti milioni di links assolutamente privi di senso e cercarono di ovviare al problema ricorrendo ad una nuova soluzione: la “link analysis.

Con la link analysis i motori di ricerca non si limitavano più semplicemente a conteggiare la quantità di links ma cercavano di scoprire molte informazioni sui siti. La quantità di links ricevuti (che continua comunque ad avere la sua importanza) definisce sostanzialmente l'argomento (topic) del sito. Questo dato si arguisce dal testo di ancoraggio dei links che aiuta i motori di ricerca a capire di cosa tratti il sito destinatario. Così, mentre i links interni al sito informano il motore di ricerca sul “come” il titolare del sito definisca il proprio sito affermando quali siano i suoi contenuti, con la link analysis si ottiene un dato fondamentale che informa i motori su “cosa sia il sito e quali siano i suoi contenuti” basandosi su affermazioni esterne e scollegate rispetto alla titolarità del sito stesso, quindi su informazioni molto attendibili.


Stefano Mc Vey Posizionamentopro.com in esclusiva per pc-facile.com



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